Il mondo dell’attività sportiva è un mondo relazionale, in cui atleti, allenatori, tecnici, dirigenti, famiglie e sponsor si interfacciano continuamente e a vari livelli: possono contribuire a migliorare la prestazione e il benessere dell’atleta, ma possono anche ostacolarlo, non necessariamente in maniera consapevole. Durante gli anni in cui ho sperimentato la competizione dentro i palazzetti dello sport sentivo che potevo fare bene se funzionavano bene tre elementi intorno a me: la mia preparazione fisica e mentale, la mia testa e le persone che in gara costituivano la mia famiglia, il mio mondo, il mio sistema. Sapevo che la sinergia fra questi elementi era fondamentale, così come fondamentali erano le relazioni nella loro capacità di condizionare la performance. Lo sport è sinonimo di impegno e costanza, che mette alla prova ognuno di noi, aiutandoci a superare i limiti e a realizzare sogni.
La Psicologia dello Sport segue una visione plurale e complessa seppur sia un settore tuttora poco strutturato e che necessita di una formazione nel contempo specifica e interdisciplinare che sia in grado di reggere la complessità che caratterizza la domanda da parte degli stake-holders (società sportive, scuole, atleti, Enti locali e istituzioni europee). La professione psicologica nello sport ha varie applicazioni, dalla prevenzione e il benessere, al mental training nello sport agonistico, dall’educazione ai corretti stili di vita agli approcci teorico-pratici rivolti all’organizzazione sportiva e alle dinamiche di team, dalle sinergie possibili con l’età evolutiva agli aspetti più specificatamente connessi con il professionismo, dalla ricerca psicologica applicata allo sport come strumento di inclusione sociale.