È una professione che non si esercita né si insegna tramite “ricette semplificate e ingredienti precotti”. È forse l’ultima professione magica, che alcuni di noi praticano usando se stessi e la parola per cambiare lo stato della realtà.

Gianmarco Manfrida

Nel descrivere il concetto di psicoterapia, mi piace ricordare le parole del mio professore Gianmarco Manfrida, medico, psichiatra e psicoterapeuta.
La psicoterapia è sempre più concepita come un processo graduale composto di fasi successive, ognuna delle quali costituisce un nuovo equilibrio a partire dal quale il terapista opera allo scopo di impedire o bloccare l’instaurarsi di meccanismi retroattivi ripetitivi e tendenti al circolo vizioso; infatti il terapeuta deve puntare sugli aspetti positivi, deve ricostruire e rileggere le storie delle persone e ridefinire in positivo quelli che sono stati gli eventi significativi.
La domanda principale in psicoterapia, non riguarda il cambiamento o meno, ma il contesto interpersonale che il terapeuta contribuisce a costruire e quanto esso costituisca un contesto di apprendimento, cioè di evoluzione.
A un certo punto del processo terapeutico è necessario che un individuo ritrovi fiducia, attivando le proprie risorse per andare avanti da solo; così il terapeuta restituisce alla persona la capacità di essere terapeuta di se stessa.
Parafrasando Fruggeri, “Un terapeuta non può controllare, né governare, il processo emotivo di cambiamento che avviene comunque per salti discontinui”. Il terapeuta è soltanto un elemento che favorisce il processo.

Nel descrivere il concetto di psicoterapia, mi piace ricordare le parole del mio professore Gianmarco Manfrida, medico, psichiatra e psicoterapeuta.
La psicoterapia è sempre più concepita come un processo graduale composto di fasi successive, ognuna delle quali costituisce un nuovo equilibrio a partire dal quale il terapista opera allo scopo di impedire o bloccare l’instaurarsi di meccanismi retroattivi ripetitivi e tendenti al circolo vizioso; infatti il terapeuta deve puntare sugli aspetti positivi, deve ricostruire e rileggere le storie delle persone e ridefinire in positivo quelli che sono stati gli eventi significativi.
La domanda principale in psicoterapia, non riguarda il cambiamento o meno, ma il contesto interpersonale che il terapeuta contribuisce a costruire e quanto esso costituisca un contesto di apprendimento, cioè di evoluzione.
A un certo punto del processo terapeutico è necessario che un individuo ritrovi fiducia, attivando le proprie risorse per andare avanti da solo; così il terapeuta restituisce alla persona la capacità di essere terapeuta di se stessa.
Parafrasando Fruggeri, “Un terapeuta non può controllare, né governare, il processo emotivo di cambiamento che avviene comunque per salti discontinui”. Il terapeuta è soltanto un elemento che favorisce il processo.

La visione sistemico relazionale mi ha portata a privilegiare le problematiche di tipo familiare e di coppia; seguo in vari contesti le situazioni di maltrattamento, di separazione, divorzio, di affidamento e di adozione.
Collaboro con scuole di ogni ordine e grado, con società sportive e centri benessere. Sono socia ordinaria della SIPPR – Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale. Con grande passione e dedizione esercito l’attività di psicoterapeuta presso il mio studio di Montemurlo, ma anche a Montecatini Terme.
Mi occupo di sostegno, abilitazione, riabilitazione, offrendo un completo trattamento psicologico per numerose problematiche che possono emergere nelle varie fasi del ciclo di vita, quali: ansia, attacchi di panico, depressione, rituali ossessivi, disturbi del comportamento alimentare, disturbi del sonno (insonnie, ipersonnie, apnee), disturbi sessuali, enuresi, encopresi, disturbi scolastici, disturbi del comportamento iperattivo, fobie, disturbi dell’apprendimento, problematiche dell’infanzia/adolescenza, dell’adulto e dell’anziano, dipendenze da sostanze, alcolismo, dipendenze da gioco, da computer e telefono, problemi della coppia, gestione della separazione, divorzio, gestione del rapporto coi figli, disturbi dell’integrazione (psicosi, disturbi bipolari) disturbi psicosomatici (malattie della pelle, cefalee, malattie dell’apparato digerente), difficoltà relazionali, perdite, supporto alla malattia, lutto.